IL BUIO OLTRE LA SIEPE
⭐⭐⭐⭐⭐
Intorno gli anni 30, a Maycomb ‘una città vecchia e stanca’, vive la famiglia Finch composta da: Jem (Jeremy Finch), Scout (Jean Louise Finch) e dal loro padre e avvocato Atticus Finch. Atticus Finch, quale avvocato, assume la difesa di Tom Robinson, un bracciante nero (ingiustamente) accusato di stupro nei confronti di Mayella Ewell (figlia di Bob Ewell, uomo dalla vita discutibile). Purtroppo, nonostante Atticus riesca a dimostrare l’innocenza di Tom (“[…] nei tribunali segreti dei cuori degli uomini non aveva alcuna probabilità di vincere […]), questo viene comunque condannato. Atticus però, non si arrende tanto che, vuole ricorrere in appello ma Tom è così sfiduciato che tenta la fuga dal carcere e viene ucciso senza avere la possibilità di salvarsi. Alla morte di Tom, Bob Ewell, che nutriva odio e rancore non solo verso Tom e chi come lui ma anche verso Atticus Finch, decide comunque di vendicarsi di quest’ultimo tentando così di ucciderne i figli Jem e Scout che però si salvano grazie all’intervento del vicino solitario e misterioso Boo (Arthur) Ridley.
È la prima volta che leggo questo romanzo e avevo paura che il genere non mi piacesse, che potesse essere una lettura lenta e non apprezzata e invece, mi sono ricreduta!
La narrazione, raccontata dagli occhi di Scout, una bambina di circa 6 anni, ha reso la lettura scorrevole anche se gli argomenti trattati, per quanto analizzati dagli occhi infantili, sono importantissimi.
Mi ha colpito il rapporto esistente tra Atticus Finch e Scout: la bambina il più delle volte lo chiama per nome e raramente usa l’espressione ‘mio padre’. Inizialmente pensavo ci fosse un segreto che avrei scoperto continuando la lettura del libro, poi invece, più leggevo il romanzo e più capivo come il rapporto tra padre e figlia fosse un rapporto forse ostacolato anche dal lavoro e dai principi che Atticus insegnava ai suoi figli.
In tutto il libro, Atticus non perde occasione per parlare, dialogare e insegnare ai suoi figli dei sani principi; anzi, è persino consapevole di cosa avrebbe comportato per loro il fatto che lui avrebbe difeso Tom Robinson. Atticus infatti, scende a compromessi di sorta ma è intenzionato ad andare avanti, a non arrendersi perchè “non è una buona ragione non cercare di vincere sol perché si è battuti in partenza”.
Dalla lettura del romanzo inoltre, emerge come i bambini, siano spugne in quanto assorbono tutto ciò che li circonda (dalle parole alle azioni): ad esempio, Scout chiede a suo padre il significato di parole come violenza sessuale ed è interessante come Atticus, non tronchi la conversazione con la figlia, ma in modo semplice e ragionato le offra una spiegazione plausibile.
L’approccio di Atticus dal mio punto di vista è un metodo utile in quanto non va “per vie traverse. I bambini sono bambini, ma si accorgono prima degli adulti se si dà loro una risposta evasiva, e l’ambiguità confonde loro le idee ancora di più.”
Inoltre, i bambini sono la bocca della verità! Le loro parole a volte, ci insegnano proprio il significato della vita stessa!
“Ma se gli uomini fossero di un tipo solo come ti spieghi che non vanno mai d’accordo tra loro? Se son tutti uguali, perché passano la vita a disprezzarsi a vicenda? […]”
Una lettura vera, genuina, spesso toccante che, mi ha parlato dritto al cuore e mi ha ricordato che per essere una persona migliore, “[…] prima di vivere con gli altri, bisogna che viva con me stesso: la coscienza è l’unica cosa che non debba conformarsi al volere della maggioranza.”
#caracarissimame
#ilbuiooltrelasiepe
#harperlee
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