IL PICCOLO PRINCIPE (Antoine de Saint – Exupéry)

 

IL PICCOLO PRINCIPE 

(Antoine de Saint – Exupéry)

⭐⭐⭐⭐ ⭐


 

A seguito di un dirottamento aereo avvenuto nel Deserto del Sahara, un pilota incontra un bambino con il quale inizia un dialogo interessante: infatti, il bambino gli racconta dei suoi incontri sui vari Asteroidi, del suo arrivo sulla Terra e delle lezioni di vita apprese in questo viaggio.

Ho riletto per la seconda volta nella mia vita il Piccolo Principe, per una sfida di lettura e non è stato come la prima volta ma ho avuto la piacevole sorpresa di trovarvi altri tesori su cui non mi ero soffermata e anch'io “Sentivo che stava succedendo qualcosa di straordinario …”

Mi sono presa il tempo per riflettere sulla risposta che il Bambino dà al pilota quando questi gli dice di non saper disegnare:Non importa. Disegnami una pecora”. Ho pensato e ripensato a questa frase e ne ho percepito una forte profondità empatica.

Ho immaginato la situazione: io che dico di non saper fare una cosa e dall’altra parte, qualcuno mi dice che non importa come io la sappia fare ma m’incoraggia comunque a provarci.

Questo mi ha portato a ragionare ulteriormente a quanti limiti imponiamo a noi stessi, a quante possibilità ci neghiamo solo perché davanti agli occhi altrui non siamo in grado o competenti per fare qualcosa. Ma chi stabilisce fin dove siamo in grado di apprendere? Sono gli altri oppure i primi a cui dobbiamo rendere conto siamo noi stessi?

Per me che sono d’indole insicura e sono costantemente in lotta con le mie capacità (mi chiedo spesso se effettivamente io sia capace in qualcosa e vivo con questo senso di inadeguatezza e incapacità), questa frase è stata come una rivelazione perché potrò anche non essere capace di fare un qualcosa ma se prima non ci provo, non mi metto in gioco e non mi applico non lo saprò mai. Per cui da ora in poi, voglio darmi altre chance; questo non significa che non accetterò consigli ma semplicemente, vivrò la mia vita con la voglia di mettermi alla prova e sperimentare anche altre possibilità.

Il Piccolo Principe nei confronti del Pilota, è incoraggiante perché nell’incapacità di quest’ultimo vede il potenziale: noi facciamo altrettanto verso gli altri? Siamo incoraggianti o scoraggianti? Costruttivi o distruttivi? 

 

Inoltre, quando guardate le stelle le mettete solo in banca?

“ [...] le gestisco. Le conto e le riconto. Ma io sono un uomo serio”.

Nella nostra vita, cosa ha la priorità? 

Comprare i sentimenti altrui oppure coltivarli in modo puro e genuino?

Quando ho riletto questa frase, proprio come il Piccolo Principe, ho fatto la stessa osservazione: non si possono cogliere le stelle. Eppure, secondo il banchiere queste si possono mettere in banca.

Siccome mi trovo in una località di mare dove il cielo si manifesta nella sua pienezza stellare, ho ipotizzato il prendere e chiudere tutte queste stelle in una cassaforte … Ecco, ASSURDO!

Ci rendiamo conto di come, a volte, per raggiungere l’impossibile perdiamo di vista il contatto con il realizzabile (e il vero) che ci sta accanto?

Quello che vi sto per scrivere, forse sarà fuori luogo, ma la scena di questo banchiere ha riportato alla mia mente il Film d’Animazione Disney e nello specifico, la scena in cui, Mr. Banks porta i suoi figli in visita alla Banca.

Ricordate questa scena?

Cosa contaveramente per noi?

Ps. Lo scorso anno, proprio nel mese di settembre ho conseguito la laurea in Studi Storico – Artistici e citando l’artista J. Cornell e le sue scatole chiamate Prince/Princess Machine ho citato il Piccolo Principe di cui lo stesso artista ne aveva disegnato alcune bozze. Inoltre, Tra Cornell e Saint – Exupéry esiste questo legame con quell’infanzia che sopravvive al passare del tempo e s’immortala per il primo nelle sue scatole e nel secondo proprio nelle stelle ‘diverse da persona a persona’.

“Nessuno è mai contento dove sta […] Non inseguono un bel niente. Là dentro dormono, oppure sbadigliano. Solo i bambini se ne stanno con il naso incollato al finestrino.”

#caracarissimame

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