LA REGINA DEGLI SCACCHI
(Walter Trevis)
⭐⭐⭐⭐⭐
Beth Harmon all’età di otto anni rimane orfana e, condotta all’orfanatrofio Methuen Home di Mount Sterling nel Kentucky, viene a contatto con il gioco degli scacchi tramite il custode, il signor Shaibel. Beth manifesta subito un talento innato, fuori dal comunque oltre che un interesse spassionato per il gioco degli scacchi. Quando viene adottata dalla famiglia Wheatley, Beth a modo di continuare ad approfondire questa sua passione e crescendo si metterà in gioco partecipando a tornei importanti che la porteranno anche in Russia dove incontrerà i Grandi Maestri di Scacchi.
Ho approcciato a questo romanzo non per mia iniziativa ma grazie ad una mia amica che mi ha proposto di leggerlo insieme. Per cui, ci siamo organizzate la lettura giorno per giorno, lo abbiamo commentato insieme e questo mi ha dato modo di leggere un romanzo che in realtà non credo avrei mai letto di mia iniziativa. Ringrazio la mia amica Laura perché sono rimasta veramente soddisfatta della sua proposta. Per quanto abbia trovato i capitoli lunghi (personalmente preferisco più capitoli ma brevi), la storia di Beth, mi ha affascinato nel suo evolversi.
Beth è una ragazza volubile, fragile e sola. Sin da piccola, da quando frequentava l’orfanatrofio, assume degli psicofarmaci e questa dipendenza (con tutte le sue contraddizioni) l’accompagnerà per tutto il romanzo; inoltre, sperimenta la strada dell’alcolismo come soluzione e sollievo al non pensare “erano anni che flirtava con l’alcol. Era tempo di consumare la loro relazione”; non riesce ad avere una relazione fisica – emotiva stabile tanto che non riesce quasi mai ad essere del tutto soddisfatta e trovare sé stessa è veramente difficile.
Eppure, era proprio sulla scacchiera e con gli scacchi che la sua vita trovava un senso: “Dopo lui tornò nel suo letto […] e lei dormì tranquilla, addormentandosi con immagini non d’amore, ma di pedine sopra una scacchiera di legno.”
Sicuramente è una lettura consigliata a chi conosce ed è appassionato degli scacchi in quanto all’interno ci sono riferimenti bibliografici oltre che tecnici (per me complessi, non essendo pratica del gioco). Ma allo stesso tempo lo consiglio anche a chi non trova il proprio posto, a chi si sente solo e irrealizzato perché ci sarà sicuramente un elemento o un luogo in cui sentirsi sé stessi. In un passaggio del libro, Beth “fece uscire allo scoperto la torre e poi le mise accanto la donna. Le piaceva questa collocazione: se li immaginava come due cannoni allineati e pronti a far fuoco.” Anche io esco allo scoperto quando sono tra le braccia del mio compagno, davanti le pagine del mio diario o immersa nei miei libri perché questo è la ‘mia scacchiera’ dove fare le mie mosse.
La scacchiera è la metafora della nostra vita esta a noi fare le nostre mosse!
A proposito del libro, condivido una breve intervista fatta insieme Laura che ancora ringrazio sia per avermi coinvolto nella lettura che per la scelta stessa del romanzo.
La Regina degli Scacchi è un romanzo di Walter Trevis edito nel 1983. Cosa ti ha spinto a leggere questo libro?
- Incuriosita dalla serie tv, ho scoperto l’esistenza del libro. Ho deciso di leggerlo e di proporti la lettura proprio per vedere se e quanto la serie tv fosse fedele al romanzo.
Il gioco degli scacchi è un gioco complesso: secondo te questo gioco ha qualche connessione con la vita umana?
- Si, in quanto come ha messo in evidenza il libro e le partite giocate da Beth e dagli altri professionisti, il gioco degli scacchi è particolarmente complesso. Lo stesso è la nostra vita. Beth giocando a scacchi, a volte è costretta a mettersi in discussione (anche di fronte la sconfitta), a rivalutare sé stessa e le sue strategie e questo è richiesto anche noi nella vita quando non tutto va come vorremo.
Mentre ci confrontavamo sul libro mi hai riferito che la tua frase preferita è la seguente: “Esiste tutto un mondo in quelle 64 case. Mi sento sicura. Li posso controllarlo, posso dominarlo. Ed è prevedibile. So che se mi faccio male è colpa mia." Questo passaggio, che a mio avviso è veramente profondo, che e mozioni e sensazioni ha suscitato in te?
- Questa frase che ho condiviso con te, mi ha fatto pensare che come Beth sente la necessità di rifugiarsi nel suo mondo che è quello degli scacchi (lei vede gli scacchi persino guardando il soffitto e rivive le partite nella sua mente), anche io ho il bisogno di rifugiarmi nel mio mondo per non sentirmi sola che è proprio il mondo dei libri.
Curiosità ➜ In un momento di panico Beth "si ricordò di aver letto da qualche parte che un certo artista pop una volta aveva comprato un disegno originale di Michelangelo, aveva preso una gomma e l'aveva cancellato, lasciando carta bianca.[...]" Mi sono chiesta se fosse veramente possibile una cosa del genere e facendo una ricerca sul web è molto probabile che l'episodio narrato in realtà, prenda spunto da una situazione analoga in cui un giovane artista di nome Robert Rauschenberg chiede ad un altro artista di nome Willem de Kooning di poter cancellare una sua creazione artistica perchè “cancellare qualcosa di un Nessuno non era come cancellare qualcosa di Qualcuno”.
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