FRIDA. UNA BIOGRAFIA DI FRIDA KAHLO
(Hayden Herrera)
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Sabato, 3 luglio 2021 ho avuto il privilegio di visitare la mostra fotografica “Ojosque no ven corazón que no siente” presso il PAN (Palazzo delle Arti) di Napoli dedicata a Frida Kahlo.
E’ stato veramente emozionante approfondire la conoscenza di un’artista come Frida. In particolare, il mio viaggio è iniziato proprio da un qualcosa di sorprendente che non avrei mai pensato: la (probabile) voce di Frida Kahlo. Questo mi ha permesso di sentirla ancora più vicina e non ho potuto fare a meno di commuovermi al suono di quella voce che nonostante non sia più tra noi, adesso risuona forte e aspetta solo di essere confermata.
Voi l’avete mai sentita?
Mi sono così avventurata per quella che è stata la sua vita tramite un percorso fotografico che mi ha presentato in primis una donna e poi un’artista ma per poterne apprezzare ancora meglio le tante sfaccettature, dedicarmi alla lettura del libro FRIDA. UNA BIOGRAFIA DI FRIDA KAHLO di Hayden Herrera mi ha sicuramente arricchita.
Nella biografia dedicata a Frida Kahlo, H. Herrera ci racconta la vita di questa DONNA a 360 °: è un viaggio che parte dall’infanzia, attraversa l’adolescenza e l’età adulta passando per le sue emozioni e i suoi sentimenti. In queste pagine che, come un viaggio nel tempo, ti rendono spettatore ma allo stesso tempo protagonista, entriamo in contatto con la sua mente e il suo cuore proprio tramite le lettere da lei scritte e le sue opere da lei dipinte nelle quali, a volte in modo ‘apparentemente’ semplice, altre invece in modo più cruento si presentava al mondo.
"Alcune qualità che la contraddistinsero come persona e come pittrice erano il suo coraggio e l’incoercibile alegrìa di fronte la sofferenza fisica; la sua insistenza sulla sorpresa e la specificità; un amore particolare per lo spettacolo come maschera con cui proteggere la propria privacy e la propria dignità personale. […] Quasi bella aveva lievi difetti che aumentavano il suo magnetismo. Le sopracciglia formavano una linea continua che le attraversava la fronte e la bocca sensuale era sormontata dall’ombra dei baffi. Gli occhi erano scuri, a forma di mandorla, e gli angoli esterni piegati verso l’alto. […] erano proprio gli occhi a rivelare il suo stato d’animo […]”
H. Herrera, riesce a farci conoscere chi era Frida, proprio attraverso una selezione di opere dell’artista stessa, le quali parlano al suo posto rappresentando ciascuna un momento specifico, importante e determinante nella vita dell’artista.
Alcuni momenti che ad esempio, hanno segnato la sua vita sono:
L’ABORTO → Frida purtroppo non riuscì ad avere figli e nell’opera OSPEDALE HENRY FORD (1932) raffigurò il suo corpo di donna ancora gonfio nonostante la perdita del proprio figlio. Dal suo ventre, come fossero cordoni ombelicali, partono 6 fili rossi ed ognuno di questi si congiunge ad un elemento che simboleggia il suo stato emozionale e sentimentale nel momento della perdita.Questi elementi sono:
- il torso rosa “è il mio modo di illustrare gli organi interni di una donna”
- il bambino è “il picco Diego” mai nato
- la lumaca raffigura il ‘molle, nascosto e allo stesso tempo aperto’ aborto avuto
- l’elemento meccanico raffigura “una morsa d’acciaio […] la stretta rovinosa del dolore”
- l’orchidea violacea “una cosa sensuale e sentimentale insieme”
- la parte inferiore del tronco umano allude ai problemi fisici di Frida che le impediscono di portare a termine la gravidanza
Frida ha una lacrima sul viso, è sola, esposta e piccola rispetto tutto ciò che la circonda. Vive il suo dolore forse in modo quasi consapevole e cosciente ma questo non fa altro che deprimerla. Infatti, Frida soffrì anche di depressione.
Nella mostra, sono rimasta alcuni minuti davanti una fotografia che mi ha fatto tenerezza ma allo stesso tempo tristezza: la foto ritrae Frida in posa in piedi, durante una gravidanza (il ventre gonfio è appena accentuato).
IL TRADIMENTO → Frida viene tradita dall’uomo che ha amato per tutta la vita, Diego Rivera.
Nell’ opera QUALCHE PICCOLA PUNZECCHIATURA (1935), facendo riferimento ad un avvenimento di cronaca nera, in cui un uomo ubriaco uccise la sua donna a coltellate e poi si giustificò davanti al giudice dicendo proprio “ma le ho date qualche piccola punzecchiatura!”, Frida, rappresenta l’impatto che ha sulla sua pelle il tradimento di Diego Rivera (anzi, i tradimenti).
Mentre leggevo la sua vita con Diego, non sapevo come ‘giudicare’ questa relazione: Frida è stata per tutta la sua vita innamorata follemente di quest’uomo e nonostante si siano allontanati ed abbiano avuto ciascuno altre relazioni, in un modo o nell’altro Frida, lo ha tenuto stretto, legato a lei.
Non so se definire la loro relazione malata sia corretto, ma è stato senz’altro un amore patito e sofferto che però ha anche avuto il potere di rafforzare Frida nonostante le sofferenze patite.
“[…] bisogna rassegnarsi. […] questo è stato il periodo peggiore di tutta la mia vita e sono stupita che a tutto questo si riesca a sopravvivere.”
Così non fu per DorothyHale, la quale, proprio per un tradimento d’amore si suicidò e fu commissionato a Frida un quadro che ne commemorasse il ricordo. Infatti, nel dipingere IL SUICIDIO DI DOROTHY HALE (1939), Frida che aveva provato sulla pelle cosa significasse sentirsi tradite, decise di ricordarla, dipingendo il momento in cui, la donna si butta di sotto e cade a terra sul marciapiede priva di vita. Nonostante sia dipinto un avvenimento macabro, il quadro ha una sua dignità: il corpo della defunta nonostante la caduta è integro e carico di tutto il suo fascino.
Quando arrivarono i documenti per il divorzio, Frida aveva appena concluso LE DUE FRIDE (1939) in cui raffigura Frida sposata (innamorata che tiene in mano un ritratto miniaturizzato di Diego) dal cuore intatto che stringe la mano ad una Frida dal cuore spezzato e quasi bloccato (con le pinze tenta di fermarne il flusso sanguigno).
“Il mio sangue è il miracolo che viaggia nelle vene dell’aria dal mio cuore al tuo”.
Per Frida, divorziare equivaleva alla disperazione ma allo stesso tempo si ‘auto - nutriva’ ovvero, nella solitudine che questa lacerazione provocava, si teneva per mano e si autososteneva tentando di sopravvivere.
La solitudine dovuta sia dall’abbandono di Diego Rivera che dal mancato avverarsi del suo desiderio di diventare madre, la portò a colmare questo vuoto tramite la scoperta del mondo animale proiettando in questi il suo senso materno.
Ad esempio, nell’ AUTORITRATTO CON SCIMMIA (1940), Frida si legò alla scimmia tramite un nastro rosso come fosse un legame di sangue.
Nella mostra, un’altra foto ritrae Frida con un Cerbiatto.
LE SOFFERENZE FISICHE e PSICOLOGICHE → Frida purtroppo, sin da bambina andò incontro ad una serie di sfortunati eventi che la debilitarono fisicamente. Nell’opere LA COLONNA SPEZZZATA (1944), Frida racchiuse il male fisico che peggiorava di giorno in giorno (era costretta a portare un busto d’acciaio) ma anche il mal d’amore che, come un chiodo, le trafiggeva il cuore:
“Ho subito due gravi incidenti nella mia vita. Il primo è stato quando un tram mi ha travolta e il secondo è stato Diego.”
Frida, aveva una sua visione della vita e nonostante a volte la tentazione di morire era più forte della voglia di vivere, sia a causa dei dolori fisici atroci che era costretta a sopportare che per la depressione, ha sempre tentato di rimettere in discussione sé stessa.
Mentre leggevo le sue lettere, percepivo le sue paure, la sua insicurezza, il suo bisogno di conforto; aveva tanti amici, si confidava con loro, gli apriva il cuore e si metteva a nudo proprio come nei suoi quadri e questo molto probabilmente per non rimanere sola, per sentirsi accettata e amata. Tra i suoi più cari amici c’era il Dottor Leo Eloesser, il quale fu un ottimo medico e confidente sia per Frida che per Diego.
Mi ha sorpreso ed emozionato scoprire che Frida è stata anche un’insegnante: “Frida adorava i bambini. Li trattava da pari e sia nella sua opera sia nella vita attribuì loro una dignità tutta particolare. […] Frida era convinta che […] essi possedessero poteri creativi più puri degli adulti.”
Frida disse: “[…] io mi sono messa a pancia in giù sul pavimento insieme ai miei ragazzini. Abbiamo disegnato e ho detto loro: << Non copiate più, dipingete […] le cose che capitano.>> […]”
Come insegnante, Frida, ‘non imponeva loro le proprie idee; lasciava piuttosto che il proprio talento si sviluppasse secondo il loro temperamento, ed insegnava ad essere autocritici'.
L’ultima opera di Frida, a mio avviso racchiude la sua essenza in quanto è un inno alla vita: mettendoci tutta la forza e la vitalità possibile nonostante la sua infermità, Frida, dipinge ‘l’ultima dichiarazione di alegrìa. […] è un omaggio alla pienezza della vita'.
Frida, è stata proprio questo: sofferenza e godimento, dolore e gioia, tristezza e felicità … la sua vita ha oscillato tra questo alternarsi di emozioni ma nonostante tutto, in fondo ha sempre amato la vita!
“Tanto assurdo e fugace è il nostro passaggio per il mondo che mi rasserena soltanto il sapere che sono stata autentica, che sono riuscita ad essere quanto di più somigliante a me stessa mi è stato concesso di essere.” (Frida Kahlo)
Serberò nel mio cuore quest’esperienza fantastica (nell’attesa di poterne fare un’altra che mi permetta di conoscerla ancora meglio) che mi ha permesso la conoscenza di un’artista purtroppo, sottovalutata nei libri d’arte scolastici ma che, secondo me, merita un attenzione tutta per sé.
Per quanto mi riguarda, continuerò a raccontare la mia esperienza, a ricercare e a riflettere su quanto ho letto, scoperto e osservato. Da quest’esperienza vissuta sia tramite le pagine della biografia che ho scelto di leggere che attraverso la retrospettiva fotografica dedicata a Frida che ho avuto il privilegio di visitare, ho rafforzato la mia convinzione di come l’arte non siano semplicemente schizzi, disegni o quadri ma sia proprio uno stile di vita, un modo di essere e di esistere.
La vita di Frida è stata più volte sul punto di fermarsi, eppure questo non le ha impedito di ripartire perché ‘amava davvero la vita’.
Quando anche noi sentiamo qualche nostro ingranaggio inceppato, pensiamo a Frida, guardiamo le sue opere e come lei urliamo a gran voce:
Curiosità: Avete mai visto Coco, il film di animazione della Disney Pixar?
Quale è il cognome del protagonista?
Notate delle somiglianze tra le acconciature e gli abiti di Mamà Imelda, Tia Rosita, Tia Victoria e Frida?
Inoltre, vi ricordate che un personaggio del film è proprio Frida Kahlo?
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